Niente di
nuovo sul fronte occidentale
Erich M.
Remarque
La seconda parte del capitolo IX si apre con una riflessione
<< Dobbiamo prendere le cose più allegramente che ci è possibile, e
perciò… fossa>> su ciò che è accaduto precedentemente, quando Paul uccide
un soldato francese in un corpo a corpo.
Dopo aver passato circa tre notti fuori, al digiuno e al
freddo, i compagni dello squadrone, Kat e Alberto lo trovano e insieme prendono
la consegna di guardare un villaggio, che poco fa era stato raso al suolo dal
tiro dei francesi. Quindi decidono di rifugiarsi in una cantina, dove trovano
molte cose comode, viveri e tabacchi.
Per loro fortuna, dopo giorni e giorni di fame, riescono a
fare “un pranzo coi fiocchi”, con del maiale arrosto, frittelle di patate e qualche
conserva.
Dopo due settimane passate a mangiare, bere e andare a
spasso, arriva loro l’ordine di partire quindi di dirigersi verso il fronte
francese, per sgomberare un villaggio.
Qui li attende un attacco a sorpresa, che purtroppo, ferisce
al ginocchio Alberto e alla gamba Paul.
Trasportati all’ospedale da campo, mandano loro l’ordine di
tornare a casa, l’indomani, quindi, prendono il terno ospedale che li porta in
una diligenza cattolica.
Il brano ci racconta, oltre ai momenti terribili della guerra,
i momenti felici. Ci anche di quella “strana” felicità: strana perché i soldati
sono felici pur essendo in guerra, e quella voglia di fare che hanno Paul e
compagni per sentirsi come a casa loro, con del buon cibo e sigari da generali.
Secondo me, ci spiega come dei poveri soldati, stanchi della
follia della guerra e dei massacri, tendono di evadere dalla crudele realtà con
cose semplici: come un pranzo.
Il libro mi ha colpito molto, perché riesce a comunicare sia
la tragedia della guerra che i sentimenti dei soldati.
Erich. M. Remarque, traduzione di S.
Jacmi, Oscar Monmdadori, 1978
Nicolò
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