lunedì 9 febbraio 2015



Niente di nuovo sul fronte occidentale
Erich M. Remarque

La seconda parte del capitolo IX si apre con una riflessione << Dobbiamo prendere le cose più allegramente che ci è possibile, e perciò… fossa>> su ciò che è accaduto precedentemente, quando Paul uccide un soldato francese in un corpo a corpo.
Dopo aver passato circa tre notti fuori, al digiuno e al freddo, i compagni dello squadrone, Kat e Alberto lo trovano e insieme prendono la consegna di guardare un villaggio, che poco fa era stato raso al suolo dal tiro dei francesi. Quindi decidono di rifugiarsi in una cantina, dove trovano molte cose comode, viveri e tabacchi.
Per loro fortuna, dopo giorni e giorni di fame, riescono a fare “un pranzo coi fiocchi”, con del maiale arrosto, frittelle di patate e qualche conserva.
Dopo due settimane passate a mangiare, bere e andare a spasso, arriva loro l’ordine di partire quindi di dirigersi verso il fronte francese, per sgomberare un villaggio.
Qui li attende un attacco a sorpresa, che purtroppo, ferisce al ginocchio Alberto e alla gamba Paul.
Trasportati all’ospedale da campo, mandano loro l’ordine di tornare a casa, l’indomani, quindi, prendono il terno ospedale che li porta in una diligenza cattolica.

Il brano ci racconta, oltre ai momenti terribili della guerra, i momenti felici. Ci anche di quella “strana” felicità: strana perché i soldati sono felici pur essendo in guerra, e quella voglia di fare che hanno Paul e compagni per sentirsi come a casa loro, con del buon cibo e sigari da generali.
Secondo me, ci spiega come dei poveri soldati, stanchi della follia della guerra e dei massacri, tendono di evadere dalla crudele realtà con cose semplici: come un pranzo.
Il libro mi ha colpito molto, perché riesce a comunicare sia la tragedia della guerra che i sentimenti dei soldati.


Erich. M. Remarque, traduzione di S. Jacmi, Oscar Monmdadori, 1978

Nicolò

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