Addio alle armi
La vicenda riguardante il
capitolo XXIII e XXIV, del libro Addio
alle armi di Ernest Hemingway, è ancora ambientata a Milano e
successivamente si sposta all’interno del treno che riporta il protagonista al
fronte. Frederick Henry aveva chiesto al portiere di
trovargli e mantenergli un posto nel treno da Torino diretto al fronte.
L’intero episodio comprende una
giornata.
Il nostro protagonista, Frederick
Henry, trascorre l’ultima giornata a Milano con la sua fidanzata Catherine
Barkley, prima di ripartire verso il fronte. Nella prima parte della giornata i
due passeggiano lungo le vie del centro milanese. In seguito si avviano verso
un albergo con una carrozza. Giunti a destinazione, cominciarono a mangiare ed
a parlare delle loro famiglie e del loro fidanzamento. Catherine gli
dice:<<Non restiamo mai a lungo in casa nostra>> (p.168). Solo che,
dopo un paio d’ore, sono costretti a separarsi. Quando però Frederick giunge
nel treno, inizia a discutere con un capitano che voleva avere il posto,
occupato dal portiere, perché era salito sul treno prima di Henry. Così Henry,
va trovare riposo sul pavimento, con tutti i suoi oggetti infilati nei calzoni
per non essere derubato. Molta gente dormiva a terra, alcuni erano in piedi
aggrappati alle sbarre del finestrino; mentre altri ancora, i più fortunati,
riposavano sul sedile. Il treno era infatti affollato.
Io credo che la lettura di questo
libro aiuti a riflettere sulla propria vita, sui problemi che caratterizzano la
nostra vita quotidiana e su come affrontarli. Credo faccia risaltare anche
quanto l’uomo risulti impotente di fronte alle difficoltà della vita. È un
libro che aiuta a crescere.
Il titolo può essere interpretato
in due modi: addio alle armi intese come pistole ecc., oppure intese le braccia
di Catherine, che è morta; infatti il titolo originario è A Farewall to Arms dove si delinea maggiormente il significato
attribuito al titolo.
Ernest
Hemingway, A Farewall to Arms (Addio alle armi), traduzione di Fernanda
Pivano, Oscar Mondadori, Milano 2010.
Giulia
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