Niente di nuovo sul fronte
occidentale
Nel
romanzo “Niente di nuovo sul fronte Occidentale” viene trattata dell’autore
l’esperienza vissuta durante la prima guerra mondiale.
Nel
capitolo 9, Paul e Alberto dopo essere stati feriti, sono riusciti a raggiungere
l’ospedale.
Si
tratta di un ospedale cattolico, dove le suore si prendono cura di tutti i
malati e i feriti.
Viene
considerato uno dei migliori per i compagni di stanza con i quali Paul deve
trascorrere la degenza, sono otto.
Uno
di essi era Francesco Wächter che solo alla terza sera si era sentito male,
così dovettero cambiarlo di stanza. Questa stanza era soprannominata da
Giuseppe “camera dei morti”. Il soprannome dato, derivava dal fatto che la
possibilità di uscirne vivo era alquanto scarsa.
Il
compagno Pietro, dopo aver sentito queste parole da Giuseppe, è terrorizzato
all’idea che lo cambino di stanza; nonostante si opponga viene spostato proprio
in questa stanza.
Il
giorno stesso il suo posto viene preso da un nuovo arrivato, il quale se ne va
dopo poche ore.
Il
colpo di scena avviene quando Pietro ritorna nella camerata, egli a differenza
di altri era riuscito a sopravvivere; tutti sono felici di questo fatto.
Letwandoski,
un uomo di quaranta anni da dieci mesi nell’ospedale, un giorno riceve una
lettera dalla moglie la quale gli dice che sarebbe andata a trovarlo insieme al
figlio. Il pomeriggio seguente, dopo due anni di lontananza, la moglie Marja
arriva; così i due mentre, soddisfano i propri bisogni da rispettivi fidanzati,
i compagni facevano la guardia ai corridoi.
Infine
si concluse tutto senza problemi e la moglie se ne andò con il figlio.
Dopo
due settimane, Paul si è rimesso in forma, ottenendo anche la licenza di convalescenza.
La madre era contraria della decisione del figlio, non voleva che tornasse al
fronte, ma ciò non lo ferma; infatti dopo la chiamata del dipartimento parte
immediatamente per combattere.
E.M. Remarque, Niente
di nuovo sul fronte occidentale, traduzione di S.Jacini, Arnaldo Mondatori,
Milano 2014
Commento personale
La
descrizione dell’ospedale e dei feriti è molto cruda e quasi raccapricciante,
“L’ospedale
mostra che cos’e la guerra” (p. 203).
Descrivendo
l’incontro tra Pietro e la moglie fa capire quanta importanza hanno le persone
care.
Dice
se stesso dice “io sono giovane, ho vent’anni, ma della vita non conosco altro
che la disperazione, morte, il terrore e la insensata superficialità congiunta
con un abisso di sofferenze” (p.203).
Queste
due citazioni, secondo me sono le riflessioni più importanti attraverso le
quali evidenzia come l’ospedale sia la continuazione della guerra, anche qui si
lotta per riuscire a rimanere in vita. L’unica differenza è che in ospedale
riesci ad uscirne vivo, dalla guerra invece la possibilità è scarsa e
soprattutto non si può dimenticare un’esperienza simile.
Ilenia
Nessun commento:
Posta un commento