lunedì 20 aprile 2015



Niente di nuovo sul fronte occidentale
Erich Maria Remarque.

Capitolo 6

Nel capitolo sesto durante un bombardamento Paul, il protagonista, rievoca alcuni ricordi della sua gioventù spensierata e felice, e del suo bel paese dove trascorse la sua adolescenza.
Descrive i ricordi come pieni di silenzio ed è proprio quest’ultimo a commuovere il poeta, in quanto il silenzio al fronte era inconcepibile. Questa particolare caratteristica delle immagini del passato fa si che non suscitino desideri, ma tristezza, una enorme sconsolata malinconia in quanto quelle care cose non torneranno mai più.
«Ma qui in trincea quel mondo si è perduto. Il ricordo non sorge più; noi siamo morti, ed esso ci appare lontano all’ orizzonte come un fantasma, come un enigmatico riflesso, che ci tormenta e che temiamo e che amiamo senza speranza. Forte senza dubbio, come la nostra bramosia ma irrealizzabile, e noi lo sappiamo.Un’aspirazione vana, come sarebbe quella di diventar generale» (pag 96).
I lunghi bombardamenti fecero si che il numero dei morti e feriti aumentasse, vi era un ferito in particolare disperso nella terra di nessuno, il comandante per stimolarne la ricerca promise una licenza anticipata e tre giorni in più come ricompensa a chi avrebbe trovato il soldato morente.
Con la perdita di molti uomini giungono al reparto nuovi complementi, quasi tutti giovinetti non del tutto formati, i quali, essendo poco abili al campo di battaglia,venivano falciati fin da subito.
Con il passare dei giorni le reclute vengono addestrate a individuare il sibilio traditore dei piccoli proiettili che si sentivano appena, viene loro insegnato come ripararsi dagli aviatori, come fare il morto, come preparare le bombe a mano per farle esplodere al momento giusto, viene insegnata loro la differenza fra la durata di accensione delle bombe nemiche e quella delle loro; tutti i trucchi che potevano aiutarli a salvarsi la pelle.
Lo stile utilizzato dall’autore è ricco di descrizioni e permette al lettore di comprendere a fondo la brutalità della guerra e la freddezza che essa ha portato nel cuore dei soldati: « gli eventi ci hanno consumati, siamo divenuti accorti come mercanti, brutali come macellai. Non siamo più spensierati, ma atrocemente indifferenti […] Abbandonati come fanciulli, disillusi come vecchi, siamo rozzi, tristi, superficiali. Io penso che siamo perduti.» (pag 97)
Particolare è la descrizione che l’autore fa della sua città e della sua gioventù; ricordi che gli fanno battere il cuore ma che lui sembra voler dimenticare per poter sopravvivere al fronte.
L’idea dominante che si trae in particolare da queste pagine è la guerra che inesorabile sottrae all’individuo ogni possibile felicità. A parte chi muore o diventa pazzo, per chi sopravvive il resto della vita è sconvolto da quest’esperienza.
Il protagonista, Paul, è l’esempio di un soldato al quale, come moltissimi altri,viene strappata la penna e sostituita da un fucile.

E.M. Remarque, Niente di nuovo sul fronte occidentale, traduzione di S. Jacini, Arnoldo Mondatori, Milano 2014
Lorena

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