mercoledì 17 dicembre 2014

Commento alla poesia “Fratelli”

La poesia descrive una scena molto breve: la domanda che un soldato rivolge ai propri compagni.
È particolare la mancanza di punteggiatura escluso il punto interrogativo di cui non si potrebbe fare a meno.
Abbiamo versi brevi e il numero di essi nelle strofe non è regolare. Le rime sono assenti, anche perché l’opera non le richiede affatto, sono bastate le parole a renderla così orecchiabile.
Nelle poesie di guerra di Ungaretti colpisce molto la data poiché penso sia proprio questo particolare che fa sembrare “fratelli” più una testimonianza che una lirica, in quanto al termine si ha l’impressione di aver assistito realmente alla scena.
La parola “fratelli”, nella seconda e terza strofa, pronunciata con tremore è richiamata tramite una metafora, è foglia appena nata per esprimere la fragilità dell’esistenza umana.
La poesia trasmette un senso di angoscia, ma anche il senso di solidarietà nei confronti dei soldati; insomma, è una di quelle cose che ci rendono consapevoli di che cos’è realmente la guerra e le sofferenze che essa porta. La parola “fratelli” ridà così la speranza che anche in guerra possa rinascere quella solidarietà umana che sembra perduta.
Quella di Ungaretti mi appare come una testimonianza, nella quale i soldati al solo suono della parola “fratelli” si sentono confortati (chissà, - immagino - forse sconvolti dalla bontà che c’è nell’essere chiamati in tale modo).
In conclusione si tratta di una poesia fatta di parole semplici, ma in grado di entrare dentro di noi e farci sentire pieni di un qualcosa che non siamo in grado di descrivere. Penso sia proprio di Ungaretti questa straordinaria capacità di esprimersi in poche righe.

Lorena

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