martedì 16 dicembre 2014

Così scriveva Hemingway



Nella prefazione ad  Addio alle Armi Ernest Hemingway presenta non  la storia contenuta nel romanzo, ma la storia dell'elaborazione del suo romanzo: le esperienze che ha vissuto nel periodo durante il quale il libro è stato scritto (dalla morte suicida del padre alla nascita del suo secondo figlio), i luoghi che ha attraversato mentre lo scriveva, lo controllava, e lo riscriveva, poiché la prima stesura, terminata in sei settimane, non lo soddisfava, fino alla pubblicazione del libro nel giorno del crollo della borsa di Wall Street.

Nella parte finale della prefazione si sente vivida la sua determinazione di condanna della  guerra, che continua a imperversare anche ai giorni nostri, alimentando il mercato delle armi e finanziando i grandi “Signori della Guerra”.

Le guerre << […] sono fatte, provocate e iniziate da precise rivalità economiche e da maiali che salgono a profittarne. Sono persuaso che tutta la gente che sorge a profittare della guerra e aiuta a provocarla dovrebbe essere fucilata il giorno stesso che cominciano a farlo da rappresentanti accreditati dei leali cittadini che la combatteranno.
L’autore di questo libro sarebbe molto lieto di incaricarsi di questa fucilazione, se fosse legalmente delegato da coloro che combatteranno , e di badare a che venga eseguita con tutta l’umanità e la correttezza possibile e badare che a tutti venga data degna sepoltura. […]”>>

Hemingway conclude la prefazione con una quasi sentenza: <<Così ecco il libro dopo quasi vent’anni e questa è l’introduzione.>>

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