Niente
di nuovo sul fronte occidentale (Capitolo
VIII)
Paul Bäumer, torna dalla licenza,
ma per quattro settimane rimane nei baraccamenti del campo d’istruzione in
brughiera, prima di andare in trincea. Accanto ai baraccamenti, v’era il campo
dei prigionieri russi, i quali passavano il filo spinato per andare a frugare
del cibo nelle botti dei rifiuti. Di sera venivano nelle loro baracche, (anche
se non si conoscevano), contrattando tutto quello che avevano in cambio di
pane.
Paul li descrive come erano ridotti
e ciò che provavano: erano deboli, mal ridotti e affamati. Provava pena per
loro sebbene siano nemici. Il protagonista descrive i prigionieri russi con
facce che fanno pensare a bravi contadini, larghe fronti,nasi schiacciati,
grosse labbra, grosse mani e capelli lanosi. Hanno l’aria timida e spaurita,
alti di statura e portano barbe piene. “La
loro vita è senza nome e senza colpa”(p. 150), e tutti questi pensieri lo
condussero all’abisso.
Passavano le sere ad ascoltare un
prigioniero mentre suonava il suo violino, almeno quando c’era la musica, non
si sentivano più così tristi. L’ultima domenica, prima di partire per la
trincea, vennero a trovarlo il padre e la sorella, passarono del tempo insieme
ed egli chiese della madre, che si trova all’ospedale, per operarla, ma non
avevano abbastanza denaro e l’operazione costava troppo, in questo modo il
padre è costretto a fare qualche ora di straordinario pur di riuscir a curare
la moglie.
Alla fine della giornata, Paul
accompagna il padre e la sorella alla stazione,loro gli consegnano delle
frittelle con la marmellata fatta dalla madre. Paul ne prese due da portare ai
prigionieri.
Nei confronti dei prigionieri
russi emerge un sentimento di fraternità “Un
ordine ha trasformato queste figure silenziose in nemici nostri; un altro
ordine potrebbe trasformarli in nemici” (pag.
150).
E.M.Remarque, Niente
di nuovo sul fronte occidentale, traduzione di S. Jacini, Arnoldo Mondadori, Milano, 1931
Melissa
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