Commento capitoli X-XI, Addio alle armi di
Ernest Hemingway
La vicenda narrata nei capitoli X
e XI si svolge in una camera dell’ospedale di campo, nell’arco di una giornata.
Il protagonista Frederich Henry
mentre prestava servizio nei reparti sanitari, rimase gravemente ferito alle
gambe da una bombarda.
Ora invece si ritrovava disteso
su un letto in ospedale, con le gambe fasciate, a parlare con il suo amico
Rinaldi, anche lui tenente e compagno di stanza, ed a bere un po’ di Cognac.
Parlarono dell’incidente e del
fatto che forse gli avrebbero dato una medaglia d’argento, ma quest’ultima solo
se poteva dimostrare di aver compiuto qualche atto eroico.
Poi si spostarono sull’argomento
“Miss Barkley”, l’infermiera che Frederich aveva conosciuto, che forse amava e
che voleva vedere, dopo un po’ Rinaldi andò via.
A tarda sera ricevette visita
anche dal Cappellano, il quale gli portò alcuni giornali e una bottiglia di
Vermut.
Insieme parlarono a lungo, di
guerra, volevano che finisse, dopo anche il Cappellano se ne andò e Frederich
rimase un po’ sveglio a pensare e poi si addormentò.
L’indomani gli dissero che
l’avrebbero trasferito nel nuovo ospedale americano a Milano perché essendo più
attrezzato poteva fare i raggi x per poi essere operato al ginocchio e seguire
un corso di riabilitazione.
Nella conversazione tra il
protagonista e il Cappellano emerge la riflessione che alla maggior parte degli
ufficiali piace far la guerra, perché pensano a vincere, a dare ordini,
abusando a volte di potere, non badando più di tanto alle conseguenze sui
soldati che sono obbligati ad eseguire ed a combattere anche se sono contrari.
Dalla seguente frase detta dal
Cappellano «Non sono organizzati per
fermarla e quando si organizzano i loro capi li vendono.» (pag.72) si capisce appunto che quando gruppi di soldati
decidono di fare una rivolta per porre fine alla guerra o per cercare di
cambiare alcune cose, i loro superiori, accecati dall’orgoglio e dal potere li
condannano per ribellione, perché l’unica cosa che devono fare è quella di
ascoltare ed eseguire.
Ernest Hemingway, Addio alle
armi, Traduzione di F. Pivano, Oscar Mondatori, Milano, 2011
-Sabrina
Nessun commento:
Posta un commento