lunedì 9 febbraio 2015



Capitoli XXVIII – XXIX, Addio alle armi

La vicenda si svolge durante la ritirata dell’esercito italiano da Gorizia nell’ autunno-inverno del 1917.

Il Tenente Henry si sta ritirando con 3 ambulanze dal casolare dove è vissuto mentre si trovava a Gorizia.
I camion e le carrette procedevano lenti e molto spesso si impantanavano, mentre le truppe continuavano a marciare senza sosta nella pioggia.
Fermi in colonna durante la notte, il Tenente scese dal suo mezzo e si recò dagli altri due autisti: Bonello aveva caricato due sergenti che non erano riusciti a ricongiungersi con il loro reggimento, mentre Ajmo aveva accolto due sorelle:una appariva più estroversa mentre l’altra più chiusa.
Di ritorno alla macchina di Piani, ancora incolonnata il Tenente cominciò a pensare « al mio amore Chaterine » (pag. 211). Poco dopo ripartirono, ma la velocità era molto bassa: il Tenente allora scese, in cerca di un modo per aggirare la colonna, che ormai era colma anche di civili.
Tagliando per i campi, incontrarono una fattoria, dove poterono rifocillarsi. Quando ripartirono, le stradine erano diventate fangose a causa delle forti piogge dei giorni precedenti e si impantanò una macchina.
Il Tenente decise di provare a riportarla sulla strada, ma i sergenti non volevano aiutarlo, affermando:
« tra un momento sarete tagliati fuori » (pag. 218) e se ne andarono.
Il Tenente allora: « aprii la guaina, presi la pistola […] e sparai » prendendone uno, mentre l’altro fuggì. Bonello allora diede il colpo fatale al ferito.
Hanry, poi, non si perse d’animo e tentò ancora di liberare la macchina dal fango, ma nulla servì. Allora decisero di lasciar andare le due sorelle « “Andate laggiù” […] “Amici! Famiglia!” » (pag. 220).
In quel momento Bonello si rese conto di aver ucciso un uomo e mentre parlavano continuarono a camminare lungo strade di campagna.

Questo testo comprende diversi personaggi:
il Tenente Henry, addetto al trasporto dei feriti e gli autisti che lo accompagnano nella ritirata:
Ajmo, che morirà poco dopo nelle campagne;
Bonello, il quale si costituirà dopo la morte di Ajmo e la conseguente fuga con il Tenente e Piani, che resterà con il Tenente finché quest’ultimo non verrà preso dalla polizia militare;
i sergenti, uno fuggito e l’altro ucciso;
le due sorelle, che resteranno con loro fino alla decisione del gruppo di continuare a piedi per le strade di campagna.

Questo episodio contiene diverse sequenze descrittive dei luoghi che il protagonista-narratore, il Tenente Frederic Henry, vede oltre il finestrino dell’ambulanza, sequenze con i dialoghi tra i vari personaggi e sequenze narrative, più brevi, che contestualizzano la vicenda. Questo stile permette di comprendere chiaramente le situazioni affrontate dai personaggi e le sensazioni da loro provate.
Il tema della guerra, molto presente in questo brano, fa comprendere quanto fosse difficile la vita dei soldati ai tempi della guerra;
l’inesperienza degli arruolati « Non ho mai ucciso nessuno in questa guerra » (pag. 221-222);
la mancanza che i soldati sentono delle persone amate « Cristo, se il mio amore fosse tra le mie braccia » (pag 221), e come, gli effetti della guerra, si riflettano sui civili rendendo le loro condizioni di vita estremamente precarie e difficili « molti contadini si erano uniti alla colonna […] vi erano carri carichi di masserizie domestiche » (pag 212).

Questo brano, per me, è un monito per la pace: l’umanità deve vivere in pace per fare in modo che, avvenimenti come quelli descritti in queste pagine, non si ripetano in futuro e fa comprendere la desolazione che, come un fantasma, si aggira tra i campi di battaglia e i soldati, svuotandoli da dentro, rendendoli “morti viventi”.

Tratto da E. Hemingway, Addio alle armi, traduzione di F. Pivano
Edizione Oscar Mondatori, Milano 2010

Eleonora

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