Il capitolo XLI. La conclusione di “Addio alle armi”.
Questo capitolo parla del lungo e
travagliato parto di Cathrine Barkley,
l’infermiera che Frederick, il protagonista del romanzo, aveva conosciuto al
fronte. Tra loro era nato un passionale amore, e ora Cathrine stava per dare
alla luce il loro bambino.
Quando Cathrine durante una notte
in albergo si accorge di avere delle contrazioni, decide quindi di andare in
ospedale con Frederick.
Arrivati lì i due si sistemano in
una stanza nella quale la futura madre viene monitorata da un’infermiera la
quale, per diminuire il dolore, le fa inalare dell’etere.
Nel contempo Frederick è
costretto ad uscire dalla stanza dove è ricoverata Cathrine più volte e per
diverse ragioni, ma soprattutto per non dover vedere l’amata in quelle
condizioni.
Dopo quasi un giorno di travaglio
viene comunicato al protagonista che per far nascere il bambino c’è bisogno di
un parto cesareo; l’uomo acconsente e torna da Cathrine, ormai pronta per
essere operata.
Quando il neonato nasce, il
protagonista non prova alcun sentimento d’amore per il piccolo che aveva quasi
ucciso l’amata.
Finita l’operazione Cathrine si
trovò ad essere stanca e spossata, quindi per evitarle qualsiasi sforzo,
Frederick uscì dalla stanza dove si trovava e si preoccupò della salute del
figlio, scoprendo così che era nato morto a causa del cordone ombelicale
attorno al collo.
L’uomo uscì dall’ospedale per
andare a mangiare, ma quando tornò gli comunicarono che Cathrine aveva avuto
un’emorragia.
Egli pregò per lei, pregò Dio per
tenerla in vita, ma non rimase nulla se non aspettare la morte della donna che
tanto aveva amato.
I personaggi della vicenda sono
Frederick Henry, il protagonista del libro. In quest’esperienza conosce la
giovane infermiera inglese Cathrine Barkley.
Nell’amore per Cathrine, Henry
aveva trovato la sua ragione di vita, non poteva perderla.
Quando il figlio muore, Frederick
pare quasi impassibile, pregando solamente per la vita dell’amata: “Ti prego, ti prego Dio Caro, non lasciarla
morire, Dio Caro, non lasciarla morire. Ti prego, ti prego, ti prego, ti prego,
non lasciarla morire. Dio, ti prego, non farla morire. Farò tutto quello che
vuoi se non la lasci morire. Hai preso il bambino ma non lasciarla morire.”
(Pag. 581, Capitolo 41, Addio alle armi.)
Con una scelta stilistica fatta
di discorsi diretti e soliloqui, con frasi brevi e coincise, l’autore rende la
drammaticità del momento.
In questo capitolo inizialmente
si coglie il senso di preoccupazione, e successivamente d’impotenza da parte del
protagonista, poiché rimane solo dopo la morte del figlio e di Cathrine.
Le sue riflessioni rendono molto
bene l’angoscia che in quel momento deve aver provato il protagonista.
Questo capitolo è uno dei più
toccanti del libro, poiché viene espressa l’impotenza di Frederick di fronte
alla morte che, quasi ironicamente, non c’entra con la brutalità della guerra.
E. Hemingway, Addio alle armi, Traduzione di
F. Pivano, Oscar Mondadori, I Meridiani,
Verona, 1995.
Andrea Veronica
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